Black Summer - SerieTv (2019) - Recensione a cura di Roberto Terzaroli
Genere: azione, horror, drammatico, post-apocalittico
Paese di produzione: Stati Uniti
Distribuzione in Italia: Netflix (dal 11 aprile 2019)
Durata: 2 stagioni - 21-45 minuti per episodio
Soggetto: prequel di Z Nation.
Casa di Produzione: The Asylum
Produttori: Jodi Binstock
Regia: John Hyams, Abram Cox
Sceneggiatura: Karl Schaefer, John Hyams, Craig Engler, D.S. Schaefer, Delondra Mesa, Abram Cox
Cast: Jaime King (Rose), Justin Chu Cary (Spears), Christine Lee (Kyungson), Zoe Marlett (Anna), Kelsey Flower (Lance), Sal Velez Jr. (William Velez), Erika Hau (Carmen), Gwynyth Walsh (Barbara), Mustafa Alabssi (Ryan), Edsson Morales (Manny)
Trama:
In un futuro non ben precisato, il mondo è devastato da un'apocalisse zombie. Le persone si trasformano subito dopo la loro morte e l'unico modo per eliminarle è ucciderle una seconda volta. La serie segue le vicende di Rose, dapprima alla ricerca della figlia Anna, portata via dai militari, per poi seguire un intreccio di eventi che porterà i numerosi protagonisti alla ricerca di una fuga verso un fantomatico aeroporto. Il viaggio vedrà la trasformazione improvvisa di numerosi individui in situazioni paradossalmente realistiche, che coinvolgeranno lo spettatore in una sorta di mockumentary. L'istinto di sopravvivenza sarà portato avanti con estrema crudeltà, facendo scomparire tutto ciò che di buono sia mai stato presente nell'animo umano.
Black Summer, prequel di Z Nation, è la serie TV che non ti aspetti. Premetto che non sono amante dei film o delle serie a tematica zombie, poiché molto spesso sono prodotti copia e incolla senz'anima e mancanti di una solida trama di fondo; in questo caso ci troviamo di fronte a una perla davvero rara: per la prima volta una serie TV sugli zombie non vuole dire palesemente nulla, a differenza di tutte le altre e paradossalmente riesce a farlo benissimo. L'unico obiettivo dei protagonisti di Black Summer è uccidere gli zombie, rifugiarsi, trovare cibo e fare fuori chiunque intralci il proprio passaggio. Se cercate buoni sentimenti, compassione, pietà e sensibilità, scordatevi tutto questo mentre guardate queste due stagioni seduti sul divano fra bibite e pop-corn, sempre se riusciate a consumare, viste certe scene.
Ironia a parte, la serie non risparmia effettivamente uccisioni senza pietà e, filosoficamente parlando, anche qui si apre il dibattito, un po' evergreen in questa tematica, se il vero mostro sia lo zombie o l'essere umano. Nonostante la crudezza delle scene e una trama del tutto assente, condita però da un intreccio di scene con un puzzle intelligentissimo che mescola passato e futuro, la visione cattura lo spettatore, immergendolo quasi come protagonista dell'apocalisse, con la telecamera che rincorre i protagonisti di spalle, quasi a volerci immergere nella scena.
Le due vere eroine della trama sono essenzialmente Rose e la figlia Anna, quasi più temeraria della madre, seppur la narrazione possa portare anche a empatizzare con altri personaggi di contorno.
Niente comunque sarò scontato nello svolgimento degli eventi e vi troverete di fronte a moltissimi plot twist, cosa davvero da elogiare in un contesto privo di una vera sceneggiatura, dove l'intreccio della narrazione è la trama stessa.
Mi sono veramente goduto questa serie, che ho visto per non rimanere orfano della seconda stagione di The Last of Us, e devo dire che mi ha veramente sorpreso, portandomi ad apprezzare un genere a cui sicuramente non avevo mai dato attenzione. Tenendo conto di questo particolare, piacerà sicuramente anche a molti di voi.
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