Andor - Seconda Stagione (Episodi 1-3) (2025) - Recensione a cura di Roberto Terzaroli

  

Andor


Genere: fantascienza, space opera, politico, drammatico
Soggetto: George Lucas
Paese di produzione: Stati Uniti
Stagioni: 2
N. di episodi - seconda stagione: 12 (in svolgimento)
Durata episodi: c.ca 50 min.
Casa di produzione: Lucasfilm
Regia e sceneggiatura: Tony Gilroy
Produttori: Kate Hazell, David Meanti
Cast: Diego Luna (Cassian Andor), Stellan Skarsgård (Luthen Rael)
Genevieve O'Reilly (Mon Mothma), Denise Gough (Dedra Meero)
 Kyle Soller (Syril Karn), Adria Arjona (Bix Caleen), Faye Marsay (Vel Sartha)
Varada Sethu (Cinta Kaz), Elizabeth Dulau (Kleya Marki), Alan Tudyk (K-2SO)
Ben Mendelsohn (Orson Krennic), Forest Whitaker (Saw Gerrera).




Andor...la noia continua (Stagione 2 - Episodi 1-3) :
 

Andor, serie tv di punta dell'universo spin-off di Star Wars, diretta da Tony Gilroy, acclamata dai fan radical chic come capolavoro indiscusso, ritorna per una seconda stagione per addormentare anche gli insonni più accaniti. Dopo un incipit carino che fa quasi presagire un andamento diverso rispetto alla prima serie, dove troviamo Cassian che maldestramente cerca di pilotare un caccia TIE, il corso della puntata, come le altre due seguenti, ritorna alle nostre vecchie glorie, si fa per dire ovviamente, visto che di glorioso c'è ben poco. 
Ebbene sì, queste prime tre puntate sono il trionfo del nulla, fra discorsi imperiali privi di qualsiasi interesse, una lunga sequela di scene di un banchetto matrimoniale con relative danze, incertezze, che ben poco, anzi niente, hanno a che fare con il tema principale, ma che strizzano l'occhio a intrighi e trame politiche che tanto piacciono ai fan di questa serie, i quali detestano qualsiasi tematica cara a George Lucas, evidentemente, e preferiscono qualcosa di completamente diverso. Verrebbe da dire: guardate altri prodotti allora, così ci liberate da questo schifo. 
In ogni caso, fra discorsi noiosi e scene dimenticabili, il nostro Cassian viene rapito da alcuni predoni più inetti di lui e assistiamo a dialoghi da premio Oscar, probabilmente scritti dall'intelligenza artificiale, che non provocano altro che disinteresse. Il nostro beniamino, però, coraggioso e carismatico (sono ironico), riesce a fuggire per aiutare i suoi amici nel pianeta Mina-Rau, dove è presente anche la nostra vecchia conoscenza Bix Caleen, vittima di una situazione spiacevole che non vi raccontiamo per motivi di spoiler. In verità queste sequenze potrebbero essere l'unica parte interessante di queste prime tre puntate, che potevano essere condensate in un terzo di una puntata sola. Pensate voi quanta carne al fuoco inutile. 
Sono da poco usciti gli episodi dal 3 al 6 e leggo che diversi fan del franchise in rete parlano già di un cambio di tono e di un maggiore coinvolgimento della trama. Fatto sta che Andor, a mio parere, era, è e sarà fino alla sua conclusione una serie del tutto inutile, almeno così come è stata concepita.  Ovviamente sarebbe stato interessante sondare il lato della ribellione, lontano dagli occhi dei Jedi, per raccontare il lato più umano di questo universo creato da George Lucas, ma non sicuramente in questo modo, con un attore che, questo è un mio gusto personale, ha carisma sotto lo zero e, secondo, non ha nulla da dire come personaggio. Andor è una serie pretenziosa, dotata anche di una bella estetica, girata bene con ottimi piani sequenza. È come una gabbia dorata con al suo interno il nulla cosmico: forse per questo viene apprezzata da una determinata fetta di pubblico dove conta più la presentazione che la sostanza effettiva. Questo non è Star Wars, è altro, addirittura in un film dove si parla di ribellione l'imperatore non viene mostrato nemmeno un minuto, così da sembrare completamente assente. 
Non bastano di certo i monologhi altisonanti della prima stagione per definire questa serie un capolavoro: sicuramente ne troveremo anche qui, e sicuramente saranno fatti dalla medesima persona, ovvero da Luthen Rael, interpretato dall'ottimo Stellan Skarsgård, uno dei punti forti della serie in quanto a carisma, che purtroppo però non basta per risollevare le sorti di un prodotto a dir poco mediocre, che speriamo non continui a lungo. 
Si possono dare messaggi di speranza anche senza tediare gli spettatori, ma non è questo sicuramente il caso. Probabilmente questa sarà l'ultima volta che parlerò di Andor, salvo un miglioramento netto della serie nei prossimi episodi, che potrebbe farmi ricredere. 
Dispiace molto vedere la cancellazione di serie come The Acolyte, che, nonostante alcuni difetti evidenti, potevano continuare nella narrazione di un periodo inesplorato dai live action, e dall'altra parte la continuazione ad infinitum di serie inutili come Andor. Purtroppo l'odio scatenato in rete per determinate scelte registiche ha portato i produttori del franchise ad assecondare una certa tossicità per raccontare storie che non interferiscono con l'ambito Jedi, intoccabile al fanboy più radicale che, con la statuetta di Luke Skywalker sul comodino, non accetta altro dio all'infuori di lui. Ci siamo capiti.
Mi esimo dalla votazione complessiva in quanto la serie non è giunta a conclusione. 

Alla prossima, amici Cineribelli!  


 (Recensione a cura di Roberto Terzaroli) 
 

 
 

  

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