Long Bright River - I cieli di Philadelphia (Serie Tv) - Recensione a cura di Roberto Terzaroli
Genere: Crime, Drammatico, Thriller
Paese di produzione: Stati Uniti
Distribuzione in Italia: Tim Vision
Durata: 8 episodi di circa 50-60 minuti
Soggetto: Basato sul romanzo omonimo di Liz Moore
Casa di Produzione: Sony Pictures Television, Universal Content Productions (UCP)
Produttori: Neal H. Moritz, Pavun Shetty, Amy Pascal, Amanda Lewis
Regia: Hagar Ben-Asher, Gwyneth Horder-Payton, Mona Fastvold, Meera Menon
Sceneggiatura: Liz Moore, Nikki Toscano, Russell Rothberg
Cast: Amanda Seyfried (Mickey), Ashleigh Cummings (Kacey)
Callum Vinson (Thomas Fitzpatrick), Nicholas Pinnock (Truman Dawes)
John Doman (Il bisnonno), Dash Mihok (Eddie Lafferty)
Trama:
Mickey, agente di polizia di Philadelphia, vive in una realtà lavorativa intensa e difficile, fra storie di prostituzione, dipendenza e violenza. Una serie di omicidi, probabilmente ad opera di un serial killer, scuote improvvisamente la città e la nostra agente, fra l'amore per il figlio e contemporaneamente per il suo lavoro, deve districarsi fra la ricerca dell'assassino, il dramma della sorella scomparsa e la ricerca di un senso alla sua esistenza. In seguito al congedo del patner Eddie Lafferty, si unirà alle indagini Truman Dawes, ex collega. Il loro rapporto evolverà durante il percorso fino ad una conclusione ricca di colpi di scena e redenzione.
Penso che non dovremmo più seguire le logiche pubblicitarie e seguire i nostri gusti, spulciando nelle piattaforme streaming fra i contenuti più meritevoli. Dico questo perché Long Bright River, nonostante l'assenza dei riflettori, è una serie meritevole, ben girata, dotata di una sceneggiatura sobria, senza eccessi, ma che riesce comunque a portare il compito a casa in modo egregio.
Ho iniziato a vedere questa serie attirato dalla tematica che mi ha sempre interessato: quella dei serial killer. Per mia sorpresa mi sono ritrovato immerso in una storia di dramma familiare coinvolgente, cosa che, devo dire, non mi capita molto spesso, prediligendo maggiormente trame legate al mistero. Nonostante questo, lo stesso mistero non manca assolutamente in questa serie, dove la nostra Amanda Seyfried, nei panni di Mickey, agente di polizia di Philadelphia, ci accompagnerà puntata dopo puntata alla ricerca di un assassino furtivo e invisibile, fra storie di dipendenza e violenza domestica. Tutti temi molto forti, ma che vengono resi in modo fedele, pur tralasciando gli aspetti più cruenti e visivamente disturbanti, tranne forse una scena, così da rendere accessibile la serie praticamente a chiunque, e questo, secondo me, è un grande merito.
Long Bright River riesce a fondere l'atmosfera delle serie investigative degli anni '90 con uno stupefacente tocco di modernità, rendendo la serie più adatta ai giorni nostri, senza perdere il fascino di altri tempi. Forse l'unico peccato è la sua brevità. Amanda Seyfried, con il suo collega di indagini interpretato dall'ottimo Nicholas Pinnock, ha carisma da vendere. Il loro rapporto si evolve e questo viene reso benissimo anche in pochissime puntate, ma non sarebbe dispiaciuto qualche episodio in più.
Per molti aspetti questa serie ha l'aspetto di un film suddiviso in più parti. Avrebbe funzionato sicuramente bene come pellicola, magari con una durata sopra le due ore, togliendo materiale non fondamentale per creare un'esperienza ancora più incisiva e coinvolgente. Ma nonostante questo, anche come serie funziona benissimo.
Non c'è molto altro da dire perché la trama è molto semplice e questo, se per alcuni potrebbe essere un difetto, per me è un grande pregio. Non bisogna essere per forza complicati per coinvolgere lo spettatore, anzi, in verità, ho sempre amato le trame chiare, comprensibili e coinvolgenti. Magari non tutti saranno d'accordo, ma questo è il mio punto di vista.
Il finale inoltre, seconda nota dolente, è eccessivamente buonista, mieloso, in antitesi completa con il tono della serie. Anche in questo caso non capisco certe scelte narrative. Un vero peccato.
Buona visione. A presto cineribelli!
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