35 anni da Twin Peaks - Articolo a cura di Roberto Terzaroli
Genere: Giallo, drammatico, fantastico, thriller, orrore
Anno: 1990-1991
Paese di Produzione: Stati Uniti d'America
Stagioni: 2
Episodi: 30
Episodi: 30
Soggetto: David Lynch, Mark Frost
Regia: David Lynch, Lesli Linka Glatter, Caleb Deschanel, Duwayne Dunham
Tim Hunter, Todd Holland, Tina Rathborne, Graeme Clifford, Mark Frost, Uli Edel
James Foley, Stephen Gyllenhaal, Diane Keaton, Jonathan Sanger
Sceneggiatura: David Lynch, Mark Frost, Harley Peyton, Robert Engels, Barry Pullman
Sceneggiatura: David Lynch, Mark Frost, Harley Peyton, Robert Engels, Barry Pullman
Tricia Brock, Scott Frost, Jerry Stahl
Cast: Sheryl Lee (Laura Palmer), Kyle MacLachlan (Dale Cooper)
Michael Ontkean (Harry S. Truman), Mädchen Amick (Shelly Johnson)
Dana Ashbrook (Bobby Briggs), Richard Beymer (Benjamin Horne) Lara Flynn Boyle (Donna Hayward), Sherilyn Fenn (Audrey Horne), Ray Wise (Leland Palmer)
35 anni da Twin Peaks...e vederlo per la prima volta (Stagione 1-2)
Ebbene sì, fino ad oggi non avevo mai visto Twin Peaks. Sembrerà strano per un appassionato di cinema e serie tv, ma è la verità. Facendo parte della generazione degli anni '80, ed essendo appassionato di ufologia e paranormale, ho trovato sempre in X-Files di Chris Carter il massimo che si potesse desiderare. Dall'altra parte Twin Peaks, a sentore, mi sembrava troppo cupo e criptico per i gusti del mio tempo. Avendolo visto oggi, dopo molti anni, devo dire che avevo ragione, ma vediamo al dunque.
Potrei dire che per 35 anni mi sono perso la migliore serie di sempre, ma in quegli anni non l'avrei sicuramente apprezzata e oggi mi sono potuto immergere in questo viaggio senza precedenti con una certa maturità, cosa che forse non guasta per certe tematiche.
Twin Peaks, che mi sono visto al ritmo di circa tre episodi al giorno, non è una serie facile da digerire: una storia cruda, dove tutto è diverso dalla nostra percezione, dove il male è strisciante e sembra investire questa piccola cittadina, all'apparenza tranquilla, con una delle trame più oscure di sempre.
Prima di tutto, dire che il cast è eccezionale è poco, a partire da Kyle MacLachlan nei panni dell'agente Dale Cooper, affiancato dall'importante spalla Michael Ontkean nei panni dello sceriffo Harry S. Truman, fino allo strabiliante Ray Wise nei panni di Leland Palmer. Non meno importante il casting al femminile che, fra parentesi, oltre che per il talento, brilla anche per grande fascino e avvenenza. La stessa Laura Palmer, interpretata da Sheryl Lee, che incarna luce e ombra in questa trama intricata, è di una bellezza a mio parere disarmante, una scelta che non poteva essere migliore per incarnare la sua ambivalenza. Fantastiche anche Sherilyn Fenn nei panni della giovane Audrey Horne, personaggio davvero intrigante, e Mädchen Amick nei panni di Shelly. L'elenco completo sarebbe davvero lunghissimo, e questo la dice lunga sulla qualità della produzione.
Una cosa che fa storcere il naso, ad una visione odierna, è quasi la completa mancanza di personaggi di colore. Diciamo che una città composta interamente da bianchi, in America, è abbastanza surreale, anche in una cittadina isolata come Twin Peaks. Ma in quegli anni l'inclusività non era di certo una tematica all'ordine del giorno. Probabilmente questa serie girata nella nostra epoca sarebbe del tutto diversa, sicuramente non sarebbe stato incluso nemmeno il nano, figura cardine della loggia nera. La riflessione da fare è che, in ogni caso, oggi, nonostante l'ammirazione per il politicamente corretto, non siamo più in grado di scrivere serie tv così coinvolgenti. Chiediamoci il perché.
Nonostante il tono cupo, Twin Peaks, a volte, non si prende nemmeno sul serio come vuole far credere. Le scene surreali, assurde e grottesche abbondano, qualcuna anche evitabile a mio parere, ma il tutto è compensato da un'atmosfera davvero unica e coinvolgente che tiene incollato lo spettatore e apre le porte della percezione fino alla soluzione del rebus, che poi, in verità, alla fine della seconda stagione arriva solo in parte, lasciando aperti molti altri interrogativi.
Devo dire che, in parte, vedendo questa serie, si percepisce di aver vissuto un'esperienza mistica, e forse non è qualcosa di casuale. Forse non tutti sanno che Lynch ha diretto pochissimi episodi delle prime due stagioni, ma l'influenza a livello di sceneggiatura è sicuramente forte, anche se molto del merito va sicuramente al co-sceneggiatore Mark Frost.
Vogliamo parlare poi della colonna sonora? Da musicista potrei anche mettere questo aspetto al primo posto. Una composizione quasi senza uguali nel panorama delle serie tv, un crescendo di emozioni che accompagna ogni aspetto della trama, dal più oscuro al più luminoso. Il compositore Angelo Badalamenti si è davvero superato. A lui va sicuramente una parte del merito complessivo, senza dubbio.
Come unico neo, volendo essere pignoli, potrei dire che dopo aver scoperto l'assassino di Laura Palmer la serie subisce un completo cambio di rotta e, almeno per il mio gusto, diventa molto meno interessante, pur mantenendo comunque un livello discreto, per riprendersi poi sul finale.
Altro aspetto che fa storcere il naso è la cugina gemella di Laura: non ho davvero capito questa scelta sinceramente. Forse per premere ancora di più sull'aspetto surreale, ma direi che una sorella gemella sarebbe stata sicuramente più verosimile. Due cugine letteralmente identiche esistono solo a Twin Peaks; in tutto il resto del mondo no, ovviamente.
Inoltre, sono presenti alcuni buchi di trama che, almeno per me che non ho letto libri o saggi di approfondimento, trovo abbastanza importanti, ma che non pregiudicano comunque il gradimento complessivo. Ad esempio, non capisco perché il dottor Jacoby, lo psichiatra della comunità, che conosceva i segreti più nascosti di Laura, non sia mai stato interpellato per profilare il suo assassino e per aiutare le indagini. Trovo che questo sia forse uno degli elementi più deboli della sceneggiatura, del tutto incomprensibile se non per non far interferire personaggi secondari nei ruoli principali, ma è comunque un aspetto senza senso.
Nonostante piccole storture, oserei dire che Twin Peaks è un capolavoro del mistero, un enigma che approfondirò sicuramente attraverso letture e approfondimenti. Ma ora veniamo al film prequel.
Fuoco cammina con me (1992) & I pezzi mancanti (2014)
"Fuoco cammina con me", diretto esclusivamente da Lynch, pur durando poco più di due ore, a discapito di due stagioni di serie, è quasi un'esperienza più intensa; alcune sequenze sono abbastanza crude e lasciano poco spazio all'immaginazione. A mio parere questo film poteva anche essere evitato, ma non per pecche nella messa in scena (dove si sente in questo caso fortemente il tocco registico), ma per i pochi dettagli aggiunti alla trama. Tranne un paio di scene, come sempre criptiche, tutto è incentrato sul dramma di Laura Palmer. Sembra quasi un regalo ai fan per permettere a tutti gli appassionati della serie di sondare il periodo precedente alla sua morte, immergendosi nei suoi lati più oscuri e drammatici. Questa pellicola è intrisa di nichilismo, si penetra nel profondo di quella che era la sua vita, senza dire nulla di così nuovo, ma forse era proprio questo l'intento di Lynch: mettere lo spettatore di fronte all'oscurità.
Nell'edizione di "Fuoco cammina con me: I pezzi mancanti" del 2014, dove troviamo scene estese e tagliate, ho trovato invece un buon approfondimento sulla scena finale della stagione 2, che forse sarebbe stato meglio inserire nella versione finale. Ma per il resto nulla di speciale, se non la sorpresa di rivedere vecchi personaggi delle prime due stagioni. La consiglierei solo ai veri appassionati, ma non di certo a tutti.
Conclusioni finali
Di solito avete letto il mio nome nelle recensioni di film horror, ma per una volta ho voluto cimentarmi in qualcosa di diverso dal solito. Vedere una serie cult come questa, dopo tutti questi anni, non è di certo un'esperienza comune, almeno per me. Per questo vi ho voluto rendere partecipi delle mie reazioni a questo nuovo viaggio che mi ha tenuto incollato letteralmente allo schermo, immerso nell'atmosfera surreale di David Lynch.
Twin Peaks, a mio parere, si può vedere da più angolazioni, sia da un punto di vista misterioso che psicologico. Personalmente, il dramma di Laura Palmer è l'aspetto che mi ha colpito di più. Forse, in parte inconsapevolmente, Lynch è riuscito a descrivere, oltre ai risvolti occulti e misteriosi, il dramma di tutte le generazioni umane: la ricerca di un'identità nel mondo e di sentimenti autentici, il tutto in contrapposizione a un mondo crudele e spietato. E questo concetto sarà valido in ogni epoca.
Prossimamente...to be continued
Non mancate all'appuntamento! Presto concluderemo questo viaggio nell'universo di Twin Peaks con la recensione della terza e ultima stagione, Twin Peaks: Il Ritorno del 2017, a cura di Umberto Visani. Tenetevi pronti!
Di seguito, un mio piccolissimo omaggio musicale per tutti voi che seguite la nostra pagina!
A presto, Cineribelli!
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