Cento Domeniche (2023) - Recensione a cura di Enrico Pinto
Genere: Drammatico
Paese di Produzione: Italia Durata: 94 min
Regia: Antonio Albanese
Sceneggiatura: Antonio Albanese, Piero Guerrera
Casa di produzione: Amazon Prime Video, Palomar
Produttori: Carlo Degli Esposti, Dario Fantoni, Nicola Serra
Cast: Antonio Albanese, Donatella Bartoli,Liliana Bottone
Trama:
Antonio Riva (Antonio Albanese), è un ex tornitore di un'azienda di provincia oramai alle soglie del prepensionamento; allontanarsi dalla routine dell'operaio però non è così facile dopo tanti anni.
La sua vita scorre in maniera placida, alternando le partite a bocce con gli amici di vecchia data, con la madre anziana da accudire e l'adorata figlia per la quale nutre un grande affetto. Dopo tanti anni di lavoro, passati tra straordinari domenicali e sacrifici familiari, è riuscito nell'impresa di mettere da parte una discreta somma, affidata poi alla banca del paese, in attesa del giorno in cui poter regalare alla sua adorata bambina il matrimonio da sogno che tanto desiderava. Quando si ritrova a dover ritirare i suoi risparmi però, il dirigente della banca a cui era solito rivolgersi, scopre essere stato sostituito da un individuo ambiguo, che gli consiglia di ricorrere ad un prestito personale e di lasciare i suoi risparmi a maturare ancora interessi.
Poco pratico di questioni finanziare e abituato a fidarsi del prossimo, accetta di lasciare i suoi soldi dove sono, arrivando ad ignorare le voci sui problemi bancari all'orizzonte che gli arrivano da parenti, giornali e amici.
La situazione purtroppo gli sfugge rapidamente di mano e i frutti del suo lavoro rischiano di sparire nel nulla assieme al desiderio di realizzare il suo sogno di accompagnare la figlia all'altare.
Cosa ne penso (no spoiler):
Albanese è un attore che, oltre ad essere estremamente poliedrico e geniale nel suo lavoro, prima di dedicarsi al teatro e al cinema, ha vissuto sulla propria pelle la vita dell'operaio: quindi sa bene cosa vuol dire svegliarsi la mattina, collezionare ore su ore in azienda e rinunciare a del tempo da trascorrere con i propri cari per portare a casa la pagnotta.
Negli anni, ha alternato ruoli comici e drammatici nei film che lo hanno visto regista, riuscendo sempre a trasmettere un segnale di denuncia o un insegnamento. Cento Domeniche, seguendo questa scia di polemica, è un metaforico pugno allo stomaco. I crack bancari e la speculazione da cui derivano, hanno mandato sul lastrico un sacco di persone ignare che, da un giorno all'altro, si sono ritrovate senza i risparmi accumulati in una vita di sacrifici. Con questo film, Albanese vuole posizionare una lente sul dramma delle famiglie che si sono viste raggirate da un sistema che gli prometteva un futuro roseo, mentre intanto faceva in modo di portarle all'interno di piani di investimento rischiosi legati alla speculazione. Il ritmo lento e a tratti pesante del film, tende a volte ad accentuare fin troppo il focus drammatico su cui si regge, allontanandosi dal realismo su cui è incentrata la sceneggiatura.
Il film piacerà a:
Chi apprezza in modo particolare il lato drammatico e teatrale di Albanese, nel quale vuole sempre portare alla luce, a modo suo, le storture della società.
Il film non piacerà a: Chi predilige il
lato comico dell'attore, in stile Cetto la Qualunque per intenderci, dove il
fulcro non è la denuncia in sé, ma la risata assicurata che l'accompagna.
Pregi:
Questo è uno di quei film che non ha peli sulla lingua e attacca direttamente il sistema bancario che si basa sulla speculazione e che non si fa problemi a ridurre in miseria la gente comune.
Difetti:
La recitazione e i dialoghi, tendono ad essere un po' caricaturali: ci sono scene che puntano troppo ad enfatizzare i concetti, quasi in maniera teatrale, facendo perdere coerenza alla sceneggiatura. Non c'è bisogno di rimarcare in maniera eccessiva il pathos del momento, quando già il tema di fondo è denso di significato.
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