Sliding Doors (1998) - Retrospettiva a cura di Umberto Visani

 

sliding doors


Genere: Drammatico, Sentimentale
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito
Durata: 99 min
Regia: Peter Howitt
Produzione: Sydney Pollack, Philippa Braithwaite, William Horberg per Intermedia Films
Mirage Enterprises, Miramax Films, Paramount Pictures
Sceneggiatura: Peter Howitt
Cast: Gwyneth Paltrow, John Hannah, John Lynch

Trama:

Quando Helen (Gwyneth Paltrow), giovane donna londinese, si reca in metropolitana si verificano due scenari paralleli. In uno sale sul vagone e torna a casa trovando il suo fidanzato, Gerry (John Lynch), a letto con un'altra donna. Nel secondo, perde il treno e arriva dopo che l’amante se n'è andata. Nel primo scenario, Helen lascia Gerry, incontra un altro uomo e la sua vita migliora a mano a mano. Nel secondo, diventa sospettosa di Gerry e si incupisce.



Cosa ne penso (pochi spoiler):
 
La domanda alla base di Sliding Doors è: in che misura la vita può prendere una direzione diversa al cambiare di un dettaglio in apparenza insignificante come il riuscire o meno a salire su un vagone della metropolitana? La risposta è che si possono creare due scenari completamente differenti.
Il film si divide in due linee temporali, una in cui la protagonista sale sulla metropolitana e una in cui non sale. Le due linee si intersecano spesso, a tratti formando un'unica narrazione. Nella linea temporale 1, poiché prende il treno, arriva a casa in tempo per cogliere il suo ragazzo a letto con un'altra donna. Nella linea temporale 2, poiché non prende il treno e viene rapinata mentre cerca di fermare un taxi, non lo scopre e la relazione continua. 
La costruzione di questa teoria si rifà alla teoria del multiverso, dell'esistenza di un numero infinito di universi che si creano in continuazione con tante linee temporali parallele quanti sono i possibili risultati di ogni scelta/azione. 
Ciò che differenzia le linee temporali 1 e 2, come abbiamo visto, è la perdita accidentale di un treno. Un ruolo chiave viene assunto dal personaggio di John Hannah. Nella linea temporale 1, egli diventa il grande amore della vita di Helen, che invece si strugge nella linea temporale 2, tra mille difficoltà. Proprio mentre si inizia a credere che, forse, la vita possa essere una serie di occasioni mancate, Helen e John si incontrano anche nella linea temporale 2 e qui Sliding Doors vuole sottintendere che, pur all’interno di un numero infinito di possibilità, ci sia una sorta di piano invisibile nelle nostre vite, in cui incontreremo le persone che dobbiamo incontrare.
Ciò che rafforza ulteriormente questo concetto è il fatto che Helen della linea temporale 2 ha ricordi della linea temporale 1, il che cerca di alludere al fenomeno del déjà vu, interpretandolo come un qualcosa di vissuto da un nostro doppelgänger in un universo parallelo. 
Prima ancora di vedere Sliding Doors mi ero sempre interessato ai cosiddetti “what if scenarios”, immaginando “sliding lives”, vite differenti a seconda di azioni diverse, fantasticando quindi su strade in grado di condurti da una parte piuttosto che da un'altra, cambiando ritmi, itinerari, destinazioni. Cosa sarebbe successo se avessi fatto qualcosa diversamente? Dove si sarebbe potuti andare? Se quelle porte si fossero aperte, le cose sarebbero potute andare in un modo; poiché non si sono aperte (o, al contrario, si sono chiuse), sono andate in un altro.


Il film piacerà a:
Gli amanti delle commedie intelligenti e della teoria del multiverso mostrata in ambito filmico.
 
Il film non piacerà a:
Chi non comprende la portata del divertissement di immaginare scenari ipotetici differenti.
 
Pregi:
Trama brillante, attori molto convincenti.
 
Difetti:

Il voler mostrare necessariamente che ci possa essere un piano prestabilito che possa in qualche modo unire linee temporali separate.
 
Lo consiglio? 
 




 
 (Retrospettiva a cura di Umberto Visani)



 
 







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