Nosferatu (2025) - Recensione a cura di Roberto Terzaroli
Genere: Horror
Classificazione: R-rated
Classificazione: R-rated
Paese: Stati Uniti d'America
Durata: 132min
Produzione: Studio 8, Maiden Voyage PicturesDurata: 132min
Produttore/i: Jeff Robinov, John Graham, Robert Eggers, Chris Columbus, Eleanor Columbus
Produttore esecutivo: Bernard Bellew
Regia: Roberto Eggers
Regia: Roberto Eggers
Sceneggiatura: Robert Eggers
Cast: Lily-Rose Depp, Nicholas Hoult, Bill Skarsgård, Willem Dafoe
Trama:
La vita dei coniugi Hutter nella Germania del 1838 viene sconvolta dopo che Thomas, di professione agente immobiliare, viene inviato dal signor Knock nella dimora del conte Orlok sui monti Carpazi in Transilvania, nonostante le previsioni infauste di sua moglie Ellen. Da lì il male assoluto, che proviene da un patto lontano, devasterà le loro vite e di quelli che li circodano portando un'ondata di morte e distruzione.
Cosa ne penso (con spoiler):
Inchiniamoci al maestro indiscusso dell'horror moderno, Robert Eggers.
Il nostro amato regista, punta di diamante dell'art horror, si è sempre districato fra contesti differenti a partire dall'oppressione religiosa nella sua prima opera The Witch, il vortice della follia in The LightHouse (che potete
trovare nel nostro angolo retrospettive) e la mitologia norrena di The
Northman ma una volta giunto alla sua sfida più grande, ovvero Nosferatu, tocca sicuramente il suo punto più alto, arte allo stato puro, una vetta che sarà difficilmente eguagliabile per i tempi a venire.
Remake della pellicola del 1922 di Murnau, riproposta da Herzog nel 1979, a loro volta ispirate al romanzo "Dracula" di Bram Stoker del 1897, l'ultima produzione di Eggers si distingue per una forte componente occulta e per un substrato psicologico di Freudiana memoria, colonna portante di tutta l'opera per l'occhio più attento. Già perché il rapporto fra amore e morte (Eros e Thanatos) è il punto focale di Nosferatu, una pulsione tenebrosa, lussuriosa, alimentata però dalla solitudine, dal desiderio di amore, l'una richiama l'altra seppur essendo pulsioni cosi contrapposte.
Ellen a livello cosciente ama suo marito Thomas ma inconsciamente ama la morte e la richiama a sé, solo attraverso di essa prova il vero piacere, un godimento incontrollato, peccaminoso, che genera però nella donna un trasporto senza eguali. Nosferatu in tal senso rappresenta infatti il Diavolo in persona ovvero, come direbbe Freud, le pulsioni libidiche rimosse e la donna lo richiama a sé dalla notte dei tempi con un vero e proprio patto demoniaco, un atto di pura volontà.
Eggers gioca sul dualismo psicologia-occulto creando una
connessione davvero geniale, anni luce avanti a tutto l'horror
contemporaneo.
Questa ossessione per la morte distrugge Ellen che non può fare a meno di andare verso il suo destino pur non desiderandolo, o forse si? Vogliamo davvero la nostra salvezza o desideriamo la nostra distruzione? Il male viene da fuori o da dentro? Quest'ultima è proprio una delle battute di Ellen cosi desiderata a sua volta dall'inquietante Conte Orlok, che forse strizza un po' troppo l'occhio, almeno inizialmente, al Dracula di Coppola ma che poi si distacca per una tinta decisamente più oscura e sinistra.
Seppur un vampiro baffuto possa sembrare una scelta in parte anomala e infelice in verità rappresenta ancor di più la simbologia umana che si discosta dalla consueta figura vampiresca e demoniaca portandola ad un livello molto terreno, i baffi inoltre si impregnano di sangue e conferiscono ancor di più il senso di disgusto verso questa figura immonda e anche qui si crea un ulteriore dualismo con il professore alchimista Albin Eberhart Von Franz che cerca di combatterlo, un altro modo per far capire che il nemico in realtà è dentro di noi?
In ogni caso Nosferatu è inarrestabile e porta con sé un oceano di malattia e distruzione e mentre i ratti invadono ogni angolo delle vie e la peste devasta la città il male personificato è accecato solo dal suo obiettivo poiché rappresenta il destino inesorabile che accomuna l'umanità, la morte. Ellen l'ha scelto volontariamente ed il loro legame è eterno e indissolubile, soltanto accettando la sua oscurità avrà fine questa ondata distruttiva.
In ogni caso Nosferatu è inarrestabile e porta con sé un oceano di malattia e distruzione e mentre i ratti invadono ogni angolo delle vie e la peste devasta la città il male personificato è accecato solo dal suo obiettivo poiché rappresenta il destino inesorabile che accomuna l'umanità, la morte. Ellen l'ha scelto volontariamente ed il loro legame è eterno e indissolubile, soltanto accettando la sua oscurità avrà fine questa ondata distruttiva.
Il marito Thomas cerca invano di salvarla, ma lei ha già deciso il suo sacrificio, per la prima volta smetterà di combattere contro i suoi desideri più immondi, accetterà totalmente Nosferatu in un rapporto d'amore carnale senza ritorno , il totale abbandono verso le proprie pulsioni di morte significa abbandonare la vita e con sé i propri desideri oscuri.
La notte e i suoi incubi giungono al loro epilogo e come in un orgasmo che disintegra ogni barlume di desiderio Nosferatu si disintegra fra urla di disperazione ed Ellen muore con lui.
L'amore uccide la morte? No, solo amando la morte possiamo redimere il mondo.
Arriva finalmente la luce e con lei la commozione, dopo tanto orrore.
E' per questi rari momenti che amo il cinema.
Grazie Robert Eggers.
Un caro saluto amici cineribelli, alla prossima recensione.
Il film piacerà a:
I fan di Eggers per un motivo specifico, l'opera è davvero imponente nonostante sia un remake e l'impronta registica e il tocco personale è davvero potente, un film che si ama o si odia.
I fan di Eggers per un motivo specifico, l'opera è davvero imponente nonostante sia un remake e l'impronta registica e il tocco personale è davvero potente, un film che si ama o si odia.
Il film non piacerà a:
I puristi della versione originale, i radical chic del cinema d'autore e chi non ama lo stile di Eggers, cupo, tenebroso e con forti sfumature occulte e psicologiche.
Pregi:
Interpretazione magistrale di Lily-Rose Depp nei panni di Ellen che surclassa di gran lunga tutti gli altri, una fotografia gotica di altissimo livello, comparto sonoro eccellente che porta lo spettatore in un'atmosfera da incubo. Scena finale da togliere il fiato per il suo profondo simbolismo, luci ed effetti speciali di rara bellezza, un momento di alto cinema.
Difetti:
La scena dove Ellen viene quasi "esorcizzata" dal professore alchimista, una piccola caduta di stile che avrei sicuramente evitato, suscettibile sicuramente a svariate critiche, unico neo dell'intera opera.
Giudizio finale:
lo consiglio?
lo consiglio?
(Recensione a cura di Roberto Terzaroli)
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