The Substance (2024) - Recensione a cura di Roberto Terzaroli
Durata: 140min
Produttore: Tim Bevan, Eric Fellner, Coralie Fargeat
Regia: Coralie Fargeat
Trama:
L'attrice Elisabeth Sparkle, che sente sulle spalle il peso degli anni, genera una versione più giovane e perfetta di se stessa attraverso l'iniezione di una misteriosa sostanza. Le cose non andranno come previsto.
Figlio spirituale di The Neon Demon, pellicola del 2016 di Nicolas Winding Refn, al quale si ispira palesemente, The Substance non riesce a eguagliare il suo predecessore ma riesce comunque nel suo intento con l'aggiunta di una trovata particolare, la sostanza misteriosa che fa partorire alla nostra amata Demi Moore, nei panni dell'attrice Elisabeth Sparkle, una sua versione giovane e migliorata.
Sostituite il culto della bellezza di The Neon Demon con il culto della giovanezza (che di solito vanno di pari passo) e avrete The Substance. Il discorso potrebbe finire qui ma proseguiamo con l'analisi.
Il prodotto non è assolutamente esente da difetti.
Inquadrature copia e incolla sparse per tutta la durata del film, scene quasi in loop che rendono inutilmente lungo lo svolgimento della trama, una ridondanza di asmr durante la degustazione di cibi e vivande che se in parte rendono la pellicola viva e stimolano i sensi dello spettatore alla lunga risultano abbastanza snervanti, scelta abbastanza infelice a mio parere. Queste piccole storture comunque vengono compensate da sequenze magistrali che si svolgono in spazi asettici, ampi e minimali in contrasto spesso con toni sgargianti.
I colori e l'arredamento in alcune sequenze, sono una gioia per gli occhi. Ci troviamo di fronte a una produzione di qualità, non c'è nulla da dire.
Veniamo al significato. The Substance in verità non dice nulla di nuovo, la giovinezza perduta e il senso di inadeguatezza delle grandi star col passare degli anni sono state affrontate da numerose pellicole anche se in questo caso è forte la lotta fra i due opposti, simbologia del dualismo presente in tutti gli esseri umani, un'istanza cosciente e un'instanza inconscia dove risiedono tutte le pulsioni più indicibili. Tutto però viene ricondotto a noi, noi siamo la matrice, come viene detto nel film e possiamo decidere di interrompere questa scissione quando desideriamo, basta la volontà. Tuttavia le due istanze possono anche convivere ma bilanciando le loro energie, ed il problema è proprio questo nel nostro caso. Ad un certo punto infatti Sue, la giovane creatura partorita da Elisabeth Sparkle, prende il sopravvento e vuole prendersi tutto lo spazio, si perchè l'inconscio è un mostro che divora tutto quello che lo circonda se non viene ascoltato. La situazione prende una piega cosi negativa che, quando è ormai troppo tardi, la Sparkle decide di terminare l'esperienza, degenerata ormai oltre ogni limite. Le conseguenze saranno ancor più disastrose, come si dice, al peggio non c'è mai fine.
Nella fase finale la pellicola prende una direzione dark comedy e decisamente grottesca, non adatta di certo ai deboli di stomaco. Mescolate i peggiori incubi di lovercraftiana memoria a scene splatter dei peggiori film di serie B e questo non basterà per rendere l'idea di quello che vi troverete a vedere, siete avvisati.
The Substance parte come un film di grande qualità, con un grande potenziale, che forse in chiusura perde un po' di fascino per scelte estreme e anche un po' pretenziose, un'iperbole studiata per far passare un messaggio femminista che poteva passare anche in maniera più sobria, si è scelto l'eccesso una via forse più scenografica ma che fa decadere a mio parere la qualità generale con una sfumatura trash in contrasto con l'intera pellicola e di conseguenza il mio giudizio che in caso contratrio sarebbe stato sicuramente più alto. E' come se Coralie Fargeat si fosse trattenuta districandosi fra ottime scelte stilistiche per tutta la prima parte dell'opera per cambiare poi direzione verso gli ultimi tre quarti d'ora e sfogarsi negli ultimi minuti in un delirio allucinogeno. Tutto inizia con un'idea originale per terminare in un messaggio di critica sociale, per carità giustissimo, ma artisticamente parlando, inflazionato. Nonostante questo, ricordarsi che dietro all'aspetto di una donna c'è sempre un essere umano a prescindere dalla copertina è sempre cosa buona e giusta, questa è la vita, il resto è cinema.
Un film che poteva essere più bello di quello che è il risultato finale, peccato.
In ogni caso mi sento sicuramente di consigliarlo considerando la grande quantità di titoli improponibili che calcano il panorama generale.
A presto con la prossima recensione cari cineribelli.
Rob
Gli amanti dell'estetica con una strizzatina d'occhio alle riflessioni sociali e filosofiche sul mondo dello spettacolo e più in generale sulla mente umana.
Il film non piacerà a:
Pregi:
Estetica eccellente, cosi come il comparto sonoro.
Difetti:
lo consiglio?
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