Hold Your Breath (2024) - Recensione a cura di Roberto Terzaroli
Durata: 94min
Trama:
Durante le tempeste di polvere, nell'Oklahoma degli anni 30, una donna tiene a riparo le figlie dalle minacce di una forza sinistra.Approdato dal 3 Ottobre sulla piattaforma Disney Plus, Hold Your Breath ha di bello solo il titolo d'effetto e la locandina. I lati positivi finisco qui.
Non volendo fare spoiler diciamo che il prodotto è confezionato come copia carbone di The Others del lontano 2001, al quale non si accosta nemmeno minimamente e il tutto per richiamare non si sa cosa, visto che in questo caso ci troviamo di fronte a una storia completamente diversa, su questo potete stare tranquilli.
Detto questo, veniamo a noi.
La pellicola prende ispirazione da fatti realmente accaduti, ovvero le tempeste di polvere che imperversarono in Oklahoma negli anni 30. L'intera vicenda ruoto attorno ad una famiglia composta da una madre e le sue due figlie, più una terza persa in tenera età, citata spesso durante lo svolgimento della trama.
La prima parte è abbastanza buona, senza alti né bassi, con ritmo tipico di tutti i thriller psicologici, durante circa la metà assistiamo ad una sorta di plot twist che innalza nettamente l'interesse e non di poco per precipitare poco dopo in una spirale verso il basso, fino alla mediocrità.
Devo dire che come sempre, catturato facilmente dai paesaggi desolati, mi sono accostato alla visione di questo film con i più buoni propositi, purtroppo con un esito abbastanza negativo.
Il potenziale scenografico e della buona fotografia c'era tutto, peccato in fin dei conti sprecare quelle poche buone carte disponibili, fra cui anche la performance discreta delle figlie della protagonista, una Sarah Pulson in stile Nicole Kidman vorrei ma non posso, e buttare tutto al macero, ma non tanto per la totale mancanza di idee (interessante la figura del grey man), ma per l'assoluta assenza di evoluzione narrativa, un'insalata di idee sparse senza capo né coda e questo paradossalmente è proprio l'unica nota positiva, ovvero lo spiazzamento totale dello spettatore fino alla fine.
Diciamo che in un panorama cosi privo di idee originali, dove assistiamo continuamente a remake, reboot, sequel (e chi ne ha più ne metta), titoli almeno in parte originali come questo mi fanno sempre ben sperare, seppur sia un prodotto molto citazionista, niente di nuovo come abbiamo detto nell'incipit ma qualche spunto c'era. Peccato il risultato.
Sarebbe meglio scrivere trame anche banali ma d'effetto, la banalità in fin dei conti ha rapito intere generazioni e le rapisce ancora e forse in fin dei conti è proprio quella che cerchiamo, anche se in pochi hanno il coraggio di ammetterlo.
Questa pellicola parte come un The Others ambientato in una fattoria dell'Oklahoma e io sinceramete lo avrei fatto finire con il medesimo plot twist, vuoi essere citazionista? Sii coraggioso caro regista e fallo fino in fondo. Sono passati più di vent'anni dal quel titolo strabiliante e non sarebbe stato nemmeno un peccato riportalo agli occhi dello spettatore con un contesto del tutto diverso.
Da diversi parti, per i pochi che l'hanno apprezzato, ho letto anche di riferimenti simbolici agli eventi pandemici e altre diatribe psicologico-filosofiche che sinceramente trovo abbastanza eccessive per un film del genere e a dir la verità anche abbastanza pretenziose.
In sintesi, cari CineRibelli se amate i thriller psicologici e non sapete come passare la serata potete anche dargli un'occhiata, in caso contrario vi invito caldamente a passare oltre. Passo e chiudo.
A presto con la prossima recensione. Rob
Sicuramente a pochi. Maggiormente agli amanti dei thriller psicologici con molte poche pretese.
Il film non piacerà a:
Pregi:
Buona atmosfera di mistero e desolazione, nel complesso un buon potenziale, purtroppo totalmente sprecato.
Difetti:
Mancanza totale di una sceneggiatura valida e consistente.
lo consiglio?
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