The Lighthouse (2019) - Retrospettiva a cura di Roberto Terzaroli
Durata: 109min
Trama:
Il giovane Ephraim Winslow si reca in un'isola con il guardiano stagionale del faro Thomas Wake per lavorare come suo assistente. La convivenza porterà a conseguenze inaspettate.Premetto che amo lo stile di Robert Eggers, esponente di punta del genere art horror, ovvero horror di qualità, che insieme ad Ari Aster rappresenta oggi giorno la massima qualità delle produzioni di questo genere. Purtroppo in questo caso siamo ben lontani dalle forti ispirazioni del capolavoro The Witch, che tratteremo in una futura retrospettiva, cosi come dal riuscitissimo The Northman, che seppur lontano dai risultati sperati, ha dato sicuramente una forte continuità allo stile scenografico e narrativo del regista.
The Lighthouse, pur essendo un prodotto di qualità indiscussa, rappresenta sicuramente la pellicola più sottotono della sua produzione, osannata dai puristi del cinema d'autore ma sicuramente poco adatta al grande pubblico. Un film sicuramente divisivo, a differenza degli altri.
Non possiamo esimerci dal mettere in risalto anche in questo caso le grandi doti di Eggers riguardo le scenografie , la fotografia e il tocco geniale, ma questa volta il regista si è lasciato andare ad un vero e proprio esercizio di stile, scelte recitative sopra le righe e scene che seppur simboliche, a parere di chi scrive, risultano a volte troppo fuori dai canoni di un cinema comprensibile e accessibile al cinefilo medio.
La prima parte scorre abbastanza bene con pochissimi dialoghi, atmosfera misteriosa e affascinante che invoglia lo spettatore medio a proseguire la visione con discreto interesse. Il tutto purtroppo, da metà pellicola in poi, sfocia in uno stile molto ricercato ma eccessivo, che tende a voler mimare il grande cinema d'autore, con un utilizzo smodato di scene nonsense che sfociano spesso nel ridicolo e stati di ubriachezza perenni. Tutto questo per rappresentare la discesa nella follia con sfumature ben poco intellettuali, anche se sembra proprio questo l'intento di Eggers, che putroppo questa volta risulta abbastanza vano.
L'alone occulto, misterioso e fortemente simbolico che circonda gran parte delle sue opere si riduce in questo caso in allucinazioni complesse con forti sfumature lovercraftiane che sembrano quasi dovute per dare un minimo richiamo a sirene e tritoni, le creature citate durante i dialoghi, il tutto condito da frasi d'effetto con monologhi altisonanti e fortemente teatrali. In questo caso Eggers non sembra voler puntare a una reale connessione con dimensioni dell'oltremondo ma su una discesa totale nella follia espressa benissimo dalla scala a spirale del faro, figura simbolica che torna all'occhio dello spettatore più volte durante la visione.
Buona la performance di Pattinson anche se forse leggermente sottotono, eccellente Willem Defoe come sempre.
Devo dire che per la grande stima che provo per questo regista mi è dispiacuto non poco dare un giudizio al di sotto delle quattro o cinque stelle, ma quando il talento viene espresso con una ricerca stilistica eccessiva questo è il risultato. Dall'altra parte considerando lo stile di Eggers, che nel panorama moderno, risulta comunque di pregio non posso esimermi dal consigliare la pellicola, se non altro per la qualità oggettiva della messa in scena che in ogni caso, come tutte le sue produzioni, risulta anche questa volta di altissimo livello. Esclusi i meriti oggettivi avrei dato un giudizio, mio forte malgrado, mediocre.
Nel frattempo attendiamo Nosferatu, in uscita nel 2025, che per il regista rappresenterà sicuramente una grandissima sfida.
Il film piacerà a:
Chi apprezza lo stile, anche a volte eccessivo, del grande cinema d'autore
Il film non piacerà a:
a tutti gli altri
Pregi:
Fotografia, scenografie e atmosfera. In questo aspetti Eggers non si smentisce mai.
Difetti:
Esercizio di stile eccessivo dalla seconda parte della pellicola.
lo consiglio?
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