OPUS - VENERA LA TUA STELLA (2025) Il lato oscuro dell'arte
Recensione a cura di: Roberto Terzaroli
Titolo originale: Opus – Venera la tua stella
Piattaforma di distribuzione in Italia: I Wonder Pictures
Genere: Thriller psicologico / Dramma
Durata: 104 minuti
Casa di produzione: Stati Uniti
Regia: Mark Anthony Green
Sceneggiatura: Mark Anthony Green
Cast: John Malkovich (Alfred Moretti), Ayo Edebiri (Ariel Ecton), Juliette Lewis (Clara Armstrong), Murray Bartlett (Stan), Stephanie Suganami (Emily)
Trama:
Alfred Moretti, cantautore degli anni ’90 ritirato da diversi anni dalle scene, invita un gruppo di persone selezionate, fra cui la giornalista Ariel, nel suo ranch isolato nel deserto dello Utah per presentare in anteprima il suo nuovo album. La permanenza nella struttura si rivelerà, a dispetto dell’ottimo benvenuto, tutt’altro che piacevole. Moretti infatti si fa portavoce di un culto, a suo dire molto antico, chiamato Levelismo, che mira alla coltivazione della scintilla interiore al di sopra di ogni regola.
Cosa ne penso (no spoiler):
Opus, tra le proposte cinematografiche più interessanti che ho avuto modo di visionare quest’anno, è un’opera abbastanza complessa, seppur non innovativa nelle sue fondamenta, ma capace di trasmettere un messaggio altamente provocatorio e che le celebrità tendono a glissare: ovvero l'elevazione a divinità.
Alfred Moretti, interpretato dal fantastico John Malkovich, non incarna propriamente l’uomo carismatico ma l’artista vanitoso ed egocentrato, al di sopra delle regole, e per questo affascinante. Un leader non è leader per capacità intellettive o per capacità di sopraffazione, ma perché incarna il senso dell’arte, la scintilla divina, e attraverso l’atto creativo, come afferma nel dialogo con la giornalista Ariel, l’artista diventa un vero e proprio Dio. Un concetto forte e per nulla scontato che lascia spazio a innumerevoli riflessione filosofiche e spirituali.
La pellicola, caratterizzata da una sceneggiatura molto equilibrata, tranne la parte finale con plot twist e livelli alti di tensione, spicca per alti livelli di estetica, che raggiungono il loro apice nella scena della "Listening Room", dove il nostro Moretti si esibisce nella presentazione del suo brano chiamato 35 mm, eseguendo una coreografia densa di carica erotica che coinvolge tutti i suoi ospiti. Indubbiamente la scena migliore del film.
La colonna sonora di Opus è eccellente. Tutti i brani della pellicola sono stati scritti da The-Dream e Nile Rodgers, due giganti della scena musicale internazionale, e interpretati, particolare da non sottovalutare, dallo stesso John Malkovich, che si rivela essere un vero artista poliedrico, perfetto per la parte, come sempre d’altronde.
Chiusa questa parentesi del lato più scenografico e musicale, per quanto riguarda la scrittura il film si sviluppa in modo abbastanza standard per i prodotti di questo genere, ma sempre con dialoghi intelligenti, assenza di punti morti e un livello di coinvolgimento costante. Il cast è veramente ben assortito, con una menzione speciale per l’ottima Ayo Edebiri nei panni di Ariel, la giornalista abile e puntigliosa, che a differenza degli altri non si fida dell’atmosfera paradisiaca del ranch e vuole vederci chiaro fino alla fine.
I richiami a pellicole del genere, come "Midsommar" di Ari Aster, in verità sono abbastanza lievi, e si riferiscono soltanto alla contesto settario che nasconde oscuri segreti, ma il succo della pellicola è completamente diverso e direi anche molto più interessante, a parere del sottoscritto.
Opus non è il classico film sulle sette, è qualcosa di più: la critica a un sistema che venera gli artisti e giustifica, in nome della fama e del successo, qualsiasi azione. Lo stesso Moretti afferma in una scena cardine del film: “Con il talento arriva il perdono. Più grande il talento, più completa la redenzione.”
Con questa frase iconica, sulla quale è impossibile non concordare, vi do l’appuntamento alla prossima recensione, consigliandovi vivamente la visione di Opus, che reputo sicuramente uno dei migliori film dell’anno.
A presto cari amici Cineribelli!
Il film piacerà a:
Chi apprezza contenuti profondi ed estetiche particolari , a partire da Neon Demon fino al più recente The Substance, in questo caso con atmosfere settarie e con un ritmo abbastanza pacato ma intrigante.
Chi apprezza contenuti profondi ed estetiche particolari , a partire da Neon Demon fino al più recente The Substance, in questo caso con atmosfere settarie e con un ritmo abbastanza pacato ma intrigante.
Il film non piacerà a:
Chi predilige thriller psicologici più dinamici e non troppo filosofici.
Pregi:
Ottima estetica, musiche eccellenti, interpretazione efficace di Ayo Edebiri e infine, ma non ovviamente per importanza, l'iconico e intramontabile John Malkovich, in un ruolo che gli calza davvero a pennello.
Ottima estetica, musiche eccellenti, interpretazione efficace di Ayo Edebiri e infine, ma non ovviamente per importanza, l'iconico e intramontabile John Malkovich, in un ruolo che gli calza davvero a pennello.
Difetti:
Finale leggermente frettoloso e poco curato in confronto al resto, anche se perfettamente coerente.
Giudizio finale:
lo consiglio?
lo consiglio?
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