In mezzo scorre il fiume (1992) - Grazie Robert Redford
Retrospettiva a cura di: Roberto Terzaroli
Titolo originale: A River Runs Through It
Soggetto: Tratto dal romanzo autobiografico A River Runs Through It di Norman Maclean (1976)
Piattaforma di distribuzione in Italia: Columbia TriStar Films Italia
Genere: Drammatico / Biografico
Durata: 123 minuti
Casa di produzione: Allied Filmmakers, Wildwood Enterprises, Universal Pictures
Regia: Robert Redford
Sceneggiatura: Richard Friedenberg
Colonna sonora: Mark Isham
Cast: Craig Sheffer (Norman Maclean), Brad Pitt (Paul Maclean), Tom Skerritt (Reverendo Maclean), Brenda Blethyn (Mrs. Maclean), Emily Lloyd (Jessie Burns), Joseph Gordon-Levitt (Norman da giovane)
Trama:
Nel Montana degli anni ’20, due fratelli crescono sotto l’ala di un padre severo e pastore presbiteriano, che insegna loro la pesca con la mosca come disciplina spirituale. Norman, riflessivo e misurato, cerca il proprio posto nel mondo attraverso lo studio e l’amore. Paul, carismatico e ribelle, vive con passione e sfida le regole. I due fratelli, nonostante le divergenze rimarranno uniti per sempre, in un fiume che scorre e porta via la nostra effimera esistenza.
Cosa ne penso (pochi spoiler):
Mi è difficile parlare di un film che ha segnato la mia giovinezza, al tempo stesso ne sono estremamente felice. In mezzo scorre il fiume rappresenta un periodo della mia esistenza, sicuramente il più spensierato, in cui non era ancora possibile comprendere a fondo certe tematiche esistenziali. Eppure, in quel lontano 1992, quando ero ancora un adolescente, questo film sfiorò subito la mia anima, toccandomi nel profondo.
Il film, tratto dal romanzo autobiografico di Norman Maclean "A River Runs Through It" del 1976, segue le vicende del Reverendo Maclean, interpretato da un fantastico Tom Skerritt, alle prese con l'educazione dei suoi due figli Norman e Paul, interpretati da Craig Sheffer e Brad Pitt agli esordi della sua carriera.
La famiglia ha un ruolo fondamentale in questa pellicola, ma il nucleo è rappresentato dal rapporto dei due fratelli, due lati opposti della medaglia: da una parte Norman, riflessivo e romantico, dall'altra Paul, sregolato, folle ma nello stesso tempo intraprendente e brillante.
Il rapporto fra i due fratelli segnerà le vicende principali del film, ponendo l'accento sui lati diversi ma complementari che caratterizzano ogni rapporto d'affetto, con la cornice della pesca a mosca, disciplina rappresentata in questa pellicola come una vera esperienza spirituale, e non a sproposito.
La pesca, oltre che un sostentamento per la sopravvivenza della famiglia, viene dipinta come un modello di evoluzione personale. I due fratelli essendo giovanissimi non sanno ancora manovrare con maestria la canna da pesca e vedranno spesso il padre sfoggiare il maggior numero di pesci nel cestino, ma una volta diventati adulti si confronteranno in questo terreno di battaglia per esprimere il meglio di sé, come nella stessa vita.
Norman sarà un bravo pescatore, attento agli insegnamenti del padre, ma Paul, con la sua audacia e il suo voler andare fuori dagli schemi, troverà la sua tecnica, il suo tocco personale e porterà a casa la sua preda più grande. Paul aveva trovato la sua strada e aveva vissuto sul serio. Perché forse vivere non è un'esperienza temporale ma uno stato dell'essere. Una metafora potente, toccante, che non dà pace a Norman fino alla fine dei suoi tempi, quando in riva al fiume ricorda la sua vita mentre tutto scorre in un fiume di acqua e di malinconia.
"Alla fine tutte le cose si fondono in una sola, e un fiume l'attraversa. Il fiume fu scavato dal grande fluire del mondo, e scorre tra le rocce dall'inizio dei tempi. Sopra le rocce sostano gocce di pioggia senza tempo. Sotto le rocce sostano le parole, e alcune delle parole sono le loro. Sono tormentato dal fiume."
Grazie Robert Redford per averci donato questa poesia. Te lo dovevo.
A presto cari amici Cineribelli!
Il film piacerà a:
Gli animi poetici. Alcune scene del film sono veri e propri inni alla scrittura e alla spiritualità. Fra tutte, da citare sicuramente i versi recitati da Norman nello studio del Reverendo, ispirati alla poesia Ode: Intimations of Immortality from Early Childhood di William Wordsworth.
Gli animi poetici. Alcune scene del film sono veri e propri inni alla scrittura e alla spiritualità. Fra tutte, da citare sicuramente i versi recitati da Norman nello studio del Reverendo, ispirati alla poesia Ode: Intimations of Immortality from Early Childhood di William Wordsworth.
Il film non piacerà a:
Chi non ama le pellicole malinconiche.
Pregi:
Premio Oscar per la fotografia, una scrittura elegante e raffinata come poche altre pellicole esistenti, una colonna sonora strabiliante e toccante firmata da Mark Isham, e un Brad Pitt favoloso agli esordi, in una delle sue migliori interpretazioni drammatiche della carriera. La regia di Robert Redford è la ciliegina sulla torta, e va a lui il merito di aver trasformato il romanzo in un'opera scenografica di tale portata e sensibilità.
Premio Oscar per la fotografia, una scrittura elegante e raffinata come poche altre pellicole esistenti, una colonna sonora strabiliante e toccante firmata da Mark Isham, e un Brad Pitt favoloso agli esordi, in una delle sue migliori interpretazioni drammatiche della carriera. La regia di Robert Redford è la ciliegina sulla torta, e va a lui il merito di aver trasformato il romanzo in un'opera scenografica di tale portata e sensibilità.
Difetti:
Le scene con Neal Burns, fratello di Jessie, l’interesse amoroso di Norman, staccano dall’atmosfera poetica e malinconica della pellicola, ma non sono molto efficaci.
Giudizio finale:
lo consiglio?
lo consiglio?
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