SUBSERVIENCE (2025) RECENSIONE FILM - IA allo stato sexy
Recensione a cura di: Roberto Terzaroli
Titolo originale: Subservience
piattaforma di distribuzione: Amazon Prime Video
Genere: Thriller fantascientifico
Durata: 106 minuti
Casa di produzione: Millennium Media, Grobman Films
Regia: S.K. Dale
Sceneggiatura: Will Honley, April Maguire
Cast: Megan Fox (Alice), Michele Morrone (Nick), Madeline Zima (Maggie), Matilda Firth (Isla), Jude Allen Greenstein (Max), Andrew Whipp (Monty), Atanas Srebrev (Lewis), Manal El-Feitury (Donna), Antoni Davidov (Travis), JR Esposito (Kobol Supervisor), Ronak Patani (Clerk), Trevor Van Uden (Bartender), Kate Nichols (Lyla), Kexin Wang (John), Derek Morse (Paramedico), Les Weldon (Dottore), Max Kraus (SIM), Ayden Howlett (Mason).
Trama:
In un futuro distopico dove l’intelligenza artificiale ha sostituito gran parte dei lavori umani, Nick Peretti, un uomo con due figli e la moglie in ospedale per problemi cardiaci, acquista un androide di ultima generazione per sopperire alla mancanza della coniuge nella cura della propria famiglia. Le conseguenze saranno disastrose.
Cosa ne penso (no spoiler):
Chi non vorrebbe Megan Fox come androide domestica alzi la mano. Incipit ironico a parte devo dire che Subservience, arrivato subito in top ten nella classifica di Amazon Prime Video, mi ha fatto passare quasi due ore di un piacere retrò che non apprezzavo da tempo; sì, perché questa pellicola, per la sua trama abbastanza semplice ma efficace e per una discreta messa in scena, ricorda molto i cult degli anni ’80 con protagonisti cibernetici, in chiave moderna e meno impegnativa, risultando migliore di tante produzioni dei nostri tempi che investono budget di gran lunga più sostanziosi.
Megan Fox, etichettata spesso come attrice di zero talento, in questo film calza perfettamente nella parte, soprattutto per il ruolo stesso che non richiede un'espressività naturale.
La trama è davvero molto semplice ma funziona, telefonata come in tutte le produzioni di questo genere ma va bene così. Non guasta poi quel lato erotico, che poteva anche apparire banale e scontato ma che in questo caso viene costruito in modo intelligente e non troppo eccessivo, risultando pienamente congegnale allo svolgimento degli eventi.
Il futuro che viene descritto in Subservience è davvero molto probabile e ci descrive un mondo dove l'intelligenza artificiale ha preso il sopravvento in ogni settore lavorativo della società, tanto che viene da chiedersi se il nostro futuro è di essere serviti dalle macchine o al contrario di diventarne schiavi.
La sceneggiatura è ben scritta, vengono poste anche svariate riflessioni e comparative sul pensiero umano e artificiale attraverso dialoghi abbastanza pertinenti e posti bene allo spettatore, senza forzature.
A livello di messa in scena le influenze di Subservience sono numerose ma possiamo citare Terminator sopra tutte, alcune sequenze sembrano proprio ricalcarne la narrativa e l'estetica, soprattutto dei sequel, seppur con un tono ovviamente meno dark ma comunque abbastanza efficace.
Megan Fox dai tempi del famoso horror Jennifer’s Body, diventato cult, ha passato periodi di alti e bassi coprendo diversi ruoli fra cui nessuno memorabile. In questo caso possiamo dire che ha trovato un ruolo che le si addice pienamente e ci ha regalato una pellicola godibile. Speriamo che continui su questa strada. Alla fine l'importante è trovare il percorso giusto.
Alla prossima recensione cari amici Cineribelli!
Il film piacerà a:
Chi cerca un prodotto di fantascienza moderno con trama semplice e un retrogusto anni '80.
Chi cerca un prodotto di fantascienza moderno con trama semplice e un retrogusto anni '80.
Il film non piacerà a:
Gli amanti della fantascienza filosofica, a volte anche con tematiche criptiche. Subervience fa della semplicità la sua forza.
Pregi:
Buona sceneggiatura, dialoghi intelligenti, un buon livello di tensione e una bella estetica, a tratti minimalista. Dulcis in fundo: Megan Fox, ovviamente.
Buona sceneggiatura, dialoghi intelligenti, un buon livello di tensione e una bella estetica, a tratti minimalista. Dulcis in fundo: Megan Fox, ovviamente.
Difetti:
Non molti, forse l'interpretazione di Michele Morrone nei panni di Nick, non proprio esaltante.
Giudizio finale:
lo consiglio?
lo consiglio?



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