EDEN (2025) RECENSIONE FILM - Il paradiso della noia

Locandina del film Eden 2025


Recensione a cura di: Roberto Terzaroli

Titolo originale: Eden
Genere: thriller, drammatico, psicologico
Durata: 129 min
Casa di produzione: Imagine Entertainment, AGC Studios
Piattaforma di distribuzione: 01 Distribution
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: Noah Pink
Cast: Jude Law (Dr. Friedrich Ritter), Vanessa Kirby (Dora Strauch Ritter), Daniel Brühl (Heinz Wittmer), Sydney Sweeney (Margret Wittmer), Jonathan Tittel (Harry Wittmer), Ana de Armas (baronessa Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn), Richard Roxburgh (Allan Hancock), Toby Wallace (Robert Phillipson), Felix Kammerer (Rundolph Lorenz), Ignacio Gasparini (Manuel Borja).

Trama:

Basato su fatti realmente accaduti, il racconto ci catapulta nel lontano 1929 quando Friedrich Ritter e la sua compagna Dore Strauch si trasferiscono sull’isola per fuggire dalla civiltà e vivere in armonia con la natura. La loro utopia viene presto sconvolta dall’arrivo di altri coloni: la famiglia Wittmer e, successivamente, la misteriosa baronessa Eloise Wehrborn de Wagner-Bosquet con i suoi amanti. Le tensioni tra i diversi gruppi porteranno a conseguenze disastrose, trasformando il paradiso in un inferno. 




Cosa ne penso (no spoiler): 
 
Ron Howard, il giovane ragazzo di Happy Days, ne ha fatta di strada nel corso degli anni, dando sempre prova di ottime doti registiche e capacità di raccontare fatti realmente accaduti con grande maestria. Non è il caso di Eden, a mio avviso una delle sue opere peggiori, ma veniamo al punto.  
Queste due ore di film, se non vi addormenterete prima, vi faranno riflettere su quanto sia inutile la filosofia di Friedrich Nietzsche, che guarda caso ha lo stesso nome del nostro caro protagonista, e su come sia più bello e giusto incarnare la bella famigliola del Mulino Bianco che riflettere sui perché della vita. Personalmente boccerei in toto la pellicola solo per questo, ma non è l'unico neo purtroppo.  
L'uso insensato di nudità, amplessi a ogni ora del giorno, dialoghi poveri e scenari telefonati fanno di questa produzione un must per tutti gli amanti delle storie vere che se ne infischiano totalmente della settima arte e devo dire che non sono in pochi ad apprezzare questa tipologia di film, purtroppo.
Oltretutto il cast è stellare e, da prassi, ogni qualvolta si mettono più attori quotati contemporaneamente di fronte alla macchina da presa, il risultato non è dei migliori. Seppur devo dire che Jude Law sia uno dei pochi attori di talento che non scende mai sotto una certa soglia di credibilità, in questo caso Ana de Armas è sicuramente la migliore del cast e, nello stesso tempo, anche il personaggio più perfido e manipolatore. Anche se in fondo, in questa storia, la bontà svanisce come il sogno del paradiso terrestre, a favore dell'egoismo più spietato, nascosto dalle migliori intenzioni, come diceva il buon vecchio Marx, visto che siamo in tema filosofico.  
Seppur composto infatti da tre nuclei differenti, il paradiso delle Galapagos diverrà un vero e proprio inferno dove, seppur da direzioni diametralmente opposte, ogni membro dell'isola agirà per il proprio tornaconto a discapito della comunità. Forse è questa l'unica riflessione interessante, anche se ormai abbastanza banale, ovvero: gli uomini, attraverso molteplici strade, fra cui la meditazione, una sana alimentazione e discipline filosofiche, hanno da sempre ricercato la via della salvezza, ma quest'ultima non esiste. Esistono solo i nostri istinti primordiali. 
Il concetto di fondo non è da buttare, ma non dice nulla di nuovo purtroppo, e Ron Howard ci regala una pellicola estremamente noiosa, con bei paesaggi e fotografia, ma totalmente priva di mordente, dove anche non conoscendo il reale svolgimento degli eventi, è tutto completamente telefonato. Un'esperienza soporifera, con scenari ripetitivi, che personalmente ho portato avanti fino alla fine per poter dire la mia, come amo fare di solito, su questi lidi a cui sono tanto affezionato.

Fatevi un favore, passate oltre cari amici cineribelli. 

Passo e chiudo. Alla prossima recensione!

Il film piacerà a:
Chi apprezza le pellicole basate su storie vere anche senza un particolare appeal.

Il film non piacerà a:
A chi cerca un thriller psicologico di spessore, non importa se pieno, come in questo caso, di citazioni filosofiche da profondi intellettuali dell’ultim’ora

Pregi:
L'ottima performance di Ana de Armas e le musiche di Hans Zimmer, difficile sbagliare in tal senso.

Difetti:
La pellicola stessa. Tediosa all'inverosimile, dialoghi poveri e svolgimento telefonato. Sydney Sweeney, attrice che adoro, in questo caso decisamente sottotono. Anche 
Brandon Sklenar decisamente poco carismatico, ed è un aspetto molto negativo, dal momento che avranno un ruolo chiave nello svolgimento degli eventi.

Giudizio finale:
lo consiglio?





Recensione a cura di: Roberto Terzaroli


 

 
 

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