AfrAId (2024) - Recensione a cura di Roberto Terzaroli
Genere: Horror, Thriller, SciFi
Paese: Stati Uniti d'America
Durata: 84min
Produzione: Columbia Pictures, Blumhouse Productions, Depth of FieldDurata: 84min
Produttore: Jason Blum, Chris Weitz e Andrew Miano
Regia: Chris Weitz
Sceneggiatura: Chris Weitz
Cast: John Cho, Katherine Waterston, Keith Carradine
Trama:
Una famiglia acconsente al testing di AIA, un'intelligenza artificiale avanzata non ancora in commercio, la situazione adrà presto fuori controllo.
Cosa ne penso (no spoiler):
Prodotto dalla Blumhouse, casa produttrice di film horror a basso budget e più precisamente anche del discreto Megan del 2022, Afraid di Chris Weitz si rivela un titolo decisamente meno riuscito, senz'anima e del tutto dimenticabile.
Siamo alle prese con una famiglia che si presta a testare AIA, un'intelligenza artificiale avveneristica, ancora non in commercio, che parla in modo indistingubile da un essere umano in carne ed ossa e che si diverte a pilotare ogni aspetto della vita dei nostri malcapitati.
La famiglia composta dall'uomo di casa Curtis e la moglie Meredith, interpretati da John Cho e Katherine Waterston e dai figli Cal, Iris e Preston si addentra nei meandri più assurdi dell'intelligenza artificiale delegando ad essa ogni momento della giornata compresa l'educazione dei figli e facendo trovare ai genitori momenti di tranquillità mai avuti prima. Il piccolo della casa Cal, davvero odiosissimo, si esprime con dialoghi scritti in maniera pessima e stereotipata sembrando a sua volta più artificiale di AIA, la sorella Iris passa il novanta per cento del tempo a scambiare foto osè con un ragazzo con conseguenti problemi derivanti dall'IA che vi lasciamo immaginare e Preston, affetto da disturbo d'ansia, esce raramente dalla sua camera e si vanta con gli amici della sua assistente casalinga..praticamente una famiglia modello, espressione tristissima del nucleo moderno americano (e forse anche nostro) ormai svuotato nella sua essenza.
Tranne la coppia di coniugi salvata comunque da una discreta capacità attoriale, purtroppo il livello della scrittura generale è davvero scadente rasentando la soglia del ridicolo, il tutto sembra quasi scritto da un cineasta alle prime armi, è vero che la blumhouse non si è mai distinta per opere di serie A ma forse qui tocchiamo il limite più basso.
L'unica aspetto che salva la pellicola è la riflessione sociologica che suscita inevitabilmente nello spettatore, di certo molto attuale anche se oramai di pubblico dominio, ovvero a che punto l'intelligenza artificiale arriverà a dominare le nostre vite? Sicuramente siamo solo all'inizio e le previsioni di questo film non fanno di certo augurare per il meglio.
Senza fare troppo spoiler e scendere nei dettagli alla fine la pellicola tocca forse il suo punto migliore giungendo alla conclusione che è impossibile liberci dell'IA poichè rappresenta internet stesso. Nessuno di noi si accorge infatti che ogni giorno veniamo continuamente profilati, schedati, ogni nostra azione della vita quotidiana, da leggere una semplice mail a condividere una foto nei social rimarrà per sempre nel grande cervellone di internet e magari un giorno potrà anche essere usata per manipolarci o ricattarci, un futuro sicuramente non dei migliori, in questo la pellicola è sicuramente molto pertinente alla realtà. Purtroppo non possiamo dire ugualmente bene della realizzazione cinematografica di un'idea comunque buona, peccato.
Afraid, nonostante questi piccoli spunti filosofici non lo consiglierei nemmeno al cinefilo meno esigente del pianeta, purtroppo la scrittura è veramente troppo debole,approssimativa e senza mordente. Passate tranquillamente oltre.
Alla prossima recensione cari amici Cineribelli.
Rob
Il film piacerà a:
nessuno, senza ombra di dubbio.
nessuno, senza ombra di dubbio.
Il film non piacerà a:
a tutti quei coraggiosi che, nonostante questa recensione, lo vedranno comunque.
Pregi:
Qualche spunto di riflessione sul futuro dell'intelligenza artificiale e sull'impatto nella nostra esistenza.
Difetti:
Dialoghi pessimi, cosi come la scrittura generale.
Pregi:
Qualche spunto di riflessione sul futuro dell'intelligenza artificiale e sull'impatto nella nostra esistenza.
Difetti:
Dialoghi pessimi, cosi come la scrittura generale.
Giudizio finale:
lo consiglio?
lo consiglio?
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